sabato 21 gennaio 2012

ACCORDO DEL 23 LUGLIO! Diminuiscono le pensioni Aumentano l’età pensionabile e la precarietà L’accordo del 23 luglio tra governo Prodi, Cgil-Cisl-Uil e Confindustria, pomposamente definito “Protocollo d’intesa su previdenza, lavoro e competitività per l’equità e la crescita sostenibili”


Diminuiscono le pensioni
Aumentano l’età pensionabile e la precarietà
L’accordo del 23 luglio 2007 tra governo Prodi, Cgil-Cisl-Uil e Confindustria, pomposamente definito “Protocollo d’intesa su previdenza, lavoro e competitività per l’equità e la crescita sostenibili”, non è uno dei soliti accordi bidone, ma è molto di più: è indegno e vergognoso ancora oggi  qualche sindacalista della CGIL di Scordia, vuole imbrogliare ancora per l'ennesima volta i braccianti agricoli di Scordia e dintorni.


di fatto, leggendo il manifesto, si nota come adesso i signori confederali Cgil-Cisl-Uil  vorrebbero sistemare quello  hanno rotto nel 2007 " cioè la riconferma delle giornate lavorative per i braccianti agricoli" mettendo sul lastrico e in difficoltà economica tante famiglie del nostro territorio, tutto questo con l'accordo che è stato fatto allora. in poche parole si sono venduti come al solito a discapito dei lavoratori è gli fanno pure le trattenute sindacali sulla indennità di disoccupazione agricola.

Di fatto gli obbiettivi sugli ammortizzatori sociali che si sono proposti allora sull'accordo erano e sono rimasti i seguenti:
b) Ammortizzatori sociali
  • fissazione dell'obiettivo dell’unificazione dei trattamenti di disoccupazione e mobilità e l’universalizzazione degli strumenti per l’integrazione al reddito (con la progressiva estensione e unificazione della cassa integrazione ordinaria e straordinaria);
  • aumento della durata dell’indennità di disoccupazione (da sei a otto mesi, mentre sarà di 12 mesi per gli ultracinquantenni) e del suo importo (60% dell’ultima retribuzione per sei mesi, 50% dal 7° all’8° mese, 40% nei mesi successivi);
  • modifica dell’indennità di disoccupazione per i contratti di lavoro a termine di breve durata, che passerà dal 30 al 35% per i primi 120 giorni e al 40% per i successivi, per una durata massima di 180 giorni.
come potete notare non si fa cenno a nessuna riconferma di giornate lavorative per calamità naturali.

Accordo tra Governo e Parti Sociali in agricoltura


E’ stato siglato il 21 settembre a Palazzo Chigi, tra le Associazioni Imprenditoriali dell’agricoltura e i Sindacati di categoria, il Protocollo d’intesa tra Governo e Parti Sociali per l’emersione del lavoro nero e sommerso in agricoltura.
Il Governo dovrà, così come assicurato, tramutare questi contenuti, in legge nella prossima Finanziaria.


VERBALE D’ACCORDO:
Il Governo (Ministro del Lavoro, Ministro delle Politiche Agricole), le parti sociali (Confagricoltura, Coldiretti, C.I.A., Flai-Cgil, Fai-Cisl, Uila-Uil, Confcooperative-Fedagri, Legacoop-Agroalimentare, Agci-Agrital), INPS e INAIL concordano sulle seguenti misure in materia di emersione del lavoro nero e sommerso in agricoltura:


 1) Riforma dei trattamenti di disoccupazione agricola:
L’attuale sistema delle soglie (51-101-151 giornate annue), in base alle quali scatta un diverso livello di indennità (rispettivamente 30%, 40% e 60%) incentiva da una parte l’evasione contributiva parziale e dall’altra il cosiddetto lavoro fittizio.


La riforma concordata prevede una soglia d’ingresso (51 giornate), l’eliminazione delle altre due soglie ed il pagamento della disoccupazione nella misura unitaria del 40% della retribuzione.


Ai fini del raggiungimento del requisito annuo di 270 contributi giornalieri, valido per il diritto e la misura delle prestazioni pensionistiche, si prevede un contributo di solidarietà nella misura del 9% dell’indennità di disoccupazione per ogni giornata indennizzata sino ad un massimo di 150 giornate.
Ai fini dell’accredito figurativo utile per la pensione di anzianità restano ferme le normative vigenti.
Oneri per la finanza pubblica di 90 milioni di euro annui

Roma, 21 settembre 2007



1 commento:

Anonimo ha detto...

Non ci piacciono le liberalizzazioni finte. Sulle banche si tratta solo di belle parole. I costi dei servizi bancari restano tra i piu' cari d'Europa e in piu' il governo costringe tutti, anche i pensionati, ad aprire un conto corrente.